Associazione di Promozione Sociale
Monsignor G. Marcoli

Per la tutela della genitorialità in famiglie con persone sorde

Bando ‘Brescia aiuta Ucraina’ di Fondazione Comunità Bresciana

Marcoli_bando_comunità brescianaLa Fondazione Comunità Bresciana ha sostenuto il Progetto dell’Associazione Marcoli “Mamme e bambini rifugiati: ricostruire la speranza” presentato nell’ambito del bando Brescia aiuta Ucraina. L’Associazione Marcoli, da sempre dedita a supportare famiglie italiane e straniere in gravi difficoltà sociali ed economiche, ha pensato e realizzato questo progetto di sostegno psicologico per il gruppo di rifugiati ucraini ospiti nella Parrocchia di Nave (BS).
Il progetto durerà 6 mesi e si concluderà entro dicembre 2022.

Oggi anche nei mass media, non solo nella letteratura specialistica, è largamente diffusa la consapevolezza dei traumi che la guerra / lo sfollamento provocano sui bambini e le loro famiglie. I bambini sperimentano dolorosamente anche l’impotenza degli adulti incapaci di difenderli e la fragilità delle strutture sociali che prima li proteggevano: questo li può spingere al congelamento delle emozioni o ad assumere una personalità precocemente e falsamente “adulta”.
È necessario offrire a questi rifugiati non solo la possibilità di avere una sitemazione decorosa che consenta di sopravvivere, ma bisogna anche mettere loro a disposizione uno spazio dove il loro dolore per la perdita di persone care, della casa, del lavoro, della loro quotidianità, possa essere trattenuto e trasformato in pensiero. Diversamente l’odio diventerà il motore delle loro azioni.

LeopoliIl Progetto di sostegno psicologico “Mamme e bambini rifugiati: ricostruire la speranza” presentato dalla Associazione Marcoli per i rifugiati ucraini ospiti della Parrocchia di Nave, si propone questi obiettivi:
1) Favorire la nascita di un “gruppo”, ovvero della consapevolezza che tutte le persone ospiti della parrocchia, hanno una storia dolorosa alle spalle e si trovano in un paese straniero dove devono gradualmente autonomizzarsi e integrarsi con l’ambiente. Hanno perciò tutti gli stessi problemi e devono affrontare le stesse difficoltà: parlarne e pensare insieme non può che essere un aiuto per risolvere i problemi e creare solidarietà tra loro. Si tratta di attivare il pensiero.
2) Dare parola al dolore, al vissuto di perdita che pervade le persone; permettere alla rabbia e all’odio di esprimersi, in un confronto anche col resto del gruppo. Il tutto in un “contenitore” sicuro: la capacità del terapeuta di accogliere e contenere la sofferenza, di sostare nell’incertezza del momento ma anche di favorire la speranza.

mamma13) Aumentare nelle mamme la capacità di osservazione dei propri bambini cogliendone le sofferenze ma anche la possibilità di adattarsi e resistere in situazioni oggettivamente molto difficili
4) Favorire nelle madri la consapevolezza del legame tra i propri vissuti, anche i più profondi, ed il comportamento dei propri figli, in modo da evitare la trasmissione intergenerazionale del trauma
5) Aiutare queste persone ad affrontare ed elaborare la sofferenza senza perdere in umanità, per poter ritrovare la fiducia e le risorse per riprendere in mano la propria vita.

Il Progetto durerà 6 mesi e si concluderà entro dicembre 2022

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